La notte in cui gli strumenti cantarono
Molto tempo fa, prima che la stella cometa illuminasse il cielo e i pastori udissero l’annuncio degli angeli, il mondo era immerso in un silenzio dolcissimo, come se tutto trattenesse il fiato in attesa di qualcosa di grande. In una piccola bottega ai margini di Betlemme, un vecchio artigiano di nome Elia costruiva strumenti musicali. Le sue mani erano lente ma sapienti, e ogni pezzo di legno, sotto le sue dita, sembrava prendere vita.
In quella notte calma, nella bottega dormivano una lira, un flauto, un tamburo e un piccolo campanello d’argento.
Ma a mezzanotte, accadde qualcosa di misterioso.
Una brezza calda entrò dalla finestra e, come per incanto, gli strumenti si svegliarono.
— «Avete sentito?» sussurrò la lira, tendendo le sue corde.
— «Sì,» rispose il flauto, «è come se il vento avesse una melodia nuova.»
— «E io sento un battito nel cuore della terra!» aggiunse il tamburo.
Il piccolo campanello tintinnò piano:
— «Forse sta per nascere qualcosa di meraviglioso.»
Fu allora che la stella cometa attraversò il cielo. La sua luce entrò nella bottega e avvolse gli strumenti in un bagliore dorato.
— «Ascoltate,» disse una voce lieve come la neve, «stanotte nascerà un Bambino, e il mondo dovrà accoglierlo con gioia. Ma gli uomini dormono, e il silenzio è troppo grande. Solo la musica può risvegliare la speranza.»
Gli strumenti si guardarono.
Il flauto prese un respiro profondo e cominciò a suonare una melodia dolce, come un soffio di vento tra i campi di grano.
La lira lo seguì, intrecciando note luminose come fili di seta.
Il tamburo diede ritmo al loro canto, simile al battito di un cuore, mentre il campanello faceva tintinnare piccole gocce di luce nell’aria.
Insieme, crearono una musica che nessuno aveva mai sentito: una ninna nanna per un Re bambino che ancora doveva nascere.
La melodia si diffuse per le strade, attraversò le colline, svegliò gli animali e guidò i pastori verso la grotta.
Anche gli angeli, sentendola, unirono le loro voci e cantarono nel cielo:
«Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà .»
Quando Elia si svegliò all’alba, trovò gli strumenti silenziosi, ma diversi.
Le corde della lira splendevano d’oro, il flauto profumava di resina e miele, e il piccolo campanello… non tintinnava più, ma aveva una luce propria.
Da quella notte, raccontano i pastori, ogni volta che una melodia nasce dal cuore e non dalle mani, gli strumenti ricordano il primo canto di Natale, quello che suonarono per dare il benvenuto a Gesù Bambino.
🌟 Morale:
La musica più bella non nasce dal rumore, ma dal silenzio che sa ascoltare.
E ogni nota suonata con amore è una preghiera che sale al cielo.


