la favola di babbo natale

La torta di Natale e il mistero del cioccolato scomparso

Nel cuore del Villaggio di Babbo Natale, tra il profumo di biscotti alla cannella e il tintinnio dei campanellini, gli elfi e le elfe del Laboratorio Dolcezza erano in pieno fermento.
Mancavano solo tre giorni alla Vigilia, e bisognava preparare la Torta del Polo Nord, la preferita di Babbo Natale. Era una torta altissima, soffice come una nuvola di panna e profumata di burro, miele e — soprattutto — cioccolato fondente, l’ingrediente segreto che faceva sciogliere di gioia persino le sue guance rosse.

Ma quella mattina, l’elfa Ninnola, addetta alla dispensa, spalancò la porta e sbiancò più della neve fuori:
«Oh no! Il cioccolato è sparito!»

Tutti si immobilizzarono. Gli elfi pasticcieri, con i mestoli a mezz’aria e i cappelli storti, si guardarono terrorizzati.
«Impossibile! Ne avevamo scorte intere!» gridò l’elfo Brindolo, che era il più goloso.
«Se Babbo Natale non avrà la sua torta al cioccolato, sarà un disastro!» aggiunse Zuccherella, la più ansiosa del gruppo.

Dopo qualche attimo di panico, la saggia elfa Melina, che portava sempre un cucchiaio d’oro al collo, disse:
«Non disperate. Se c’è qualcuno che può aiutarci, è lui… il Maestro Pasticcere delle Nevi

Tutti trattennero il fiato.
Il Maestro Pasticcere delle Nevi era una leggenda del Polo Nord: un vecchissimo gnomo che viveva tra le montagne di cristallo e conosceva ogni segreto dei dolci del mondo. Si diceva che fosse in grado di far nascere cioccolato persino dalla luce della luna.

Così, armati di coraggio e sciarpe colorate, gli elfi partirono a bordo della slitta di emergenza, trainata da due giovani renne impazienti, Fiocco e Brillino.
Viaggiarono per ore attraverso boschi argentati e ghiacciai luccicanti, finché giunsero a una grotta che profumava di vaniglia e zucchero filato.

Lì, tra sacchi di farina e montagne di dolci, trovarono il Maestro Pasticcere: un omino basso, con una lunga barba bianca e un cappello a forma di panna montata. Stava mescolando una crema così lucente che sembrava fatta di stelle.

«Benvenuti, piccoli aiutanti del Natale!» disse con voce dolce come miele caldo. «So già perché siete qui. Il cioccolato è scomparso, vero?»

Gli elfi annuirono in coro.
Il Maestro sorrise. «Ogni anno accade qualcosa di simile. Il cioccolato non sparisce mai davvero… semplicemente dimentica dove deve stare. È un ingrediente che vive di gioia, e quando il Natale è troppo pieno di preoccupazioni, si nasconde tra le montagne.»

«Quindi dobbiamo… farlo tornare felice?» chiese Ninnola confusa.
«Esatto!» rispose il Maestro. «Cantate per lui, ridete, condividete qualcosa di buono. Il cioccolato riconosce i cuori pieni di amore.»

Così gli elfi si presero per mano e cominciarono a cantare una canzone buffa sul Natale, mescolando risate, battiti di mani e qualche nota stonata.
E, come per magia, dalla grotta si sprigionò un profumo irresistibile. Piccoli fiocchi marroni cominciarono a cadere dal soffitto: era cioccolato!
Scivolava come neve dolce, riempiendo i loro sacchi e persino le tasche.

«È tornato!» esclamò Melina. «Il Natale è salvo!»

Il Maestro Pasticcere rise e consegnò loro una scaglia d’oro.
«Questo è il Cioccolato del Cuore, l’ingrediente segreto che dovrete aggiungere alla torta. Finché lo userete con amore, Babbo Natale sorriderà.»

Gli elfi tornarono di corsa al villaggio.
Lavorarono tutta la notte, impastando, decorando e cantando. Quando la torta fu pronta, era così profumata che perfino le renne leccarono l’aria.

Quando Babbo Natale la assaggiò, chiuse gli occhi e sospirò felice.
«Questa è la torta più buona che abbia mai mangiato. C’è dentro qualcosa di speciale… sapore di amore e di amicizia.»

Gli elfi risero, guardandosi complici.
Avevano imparato che la vera dolcezza non viene dal cioccolato, ma da ciò che si mette nel cuore di chi lo prepara.

Morale:
La magia delle feste non si trova negli ingredienti, ma nelle mani e nei cuori di chi crea con amore. Quando si condivide la gioia, anche il cioccolato torna a sorridere.