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La renna che non voleva allenarsi

Nel grande Villaggio del Polo Nord, tutto era pronto per l’arrivo del Natale.
Gli elfi lucidavano le campanelle, Babbo Natale controllava la lista dei bambini buoni, e nella Scuola di Volo delle Renne c’era un gran trambusto: era il momento delle prove ufficiali per la consegna dei doni.

Le otto renne di Babbo Natale — Fulmine, Donnola, Cometa, Cupido, Saltarello, Donato, Freccia e Ballerina — si allineavano come vere atlete.
Sotto lo sguardo attento del loro allenatore, Rodolfo, con il suo famoso naso rosso, si preparavano alle acrobazie nel cielo.

Tutte tranne una.
In fondo alla pista innevata, una giovane renna di nome Brina se ne stava sdraiata tra i fiocchi di neve, sbadigliando.

— «Forza, Brina!» la chiamò Rodolfo. «È il momento di spiccare il volo!»
Ma lei sospirò:
— «Non ne ho voglia… tanto Babbo Natale non sceglierà mai me. Sono lenta, e il mio naso non brilla come il tuo.»

Le altre renne si scambiarono sguardi preoccupati.
Cometa le si avvicinò e disse dolcemente:
— «Non serve brillare per essere speciale. Serve credere di poterlo fare.»
— «Già!» aggiunse Fulmine. «Nessuno nasce veloce, ma tutti possiamo diventarlo se ci alleniamo insieme.»

Brina scosse la testa.
— «Facile per voi dirlo! Siete le migliori. Io, invece, mi stanco subito.»

Rodolfo sorrise, con la sua voce calma e ferma:
— «Brina, il segreto non è correre più veloce. È non smettere quando ti senti stanca. Il Natale non è una gara, ma un viaggio che si fa insieme.»

Quelle parole le rimasero nel cuore.
Così, il giorno dopo, si presentò alle prove.
Cadde, scivolò, sbagliò mille volte, ma ogni volta si rialzò.
E piano piano, cominciò a migliorare.

Arrivò la notte di Natale, e la squadra era pronta davanti alla slitta scintillante di Babbo Natale.
Ma proprio mentre stavano per partire, un forte vento di neve oscurò il cielo.
Le renne non riuscivano a vedere la strada.
E fu allora che Babbo Natale notò qualcosa:
dal petto di Brina partiva una luce bianca tenue ma costante, che attraversava la nebbia come un faro gentile.

— «Brina!» esclamò Babbo Natale. «La tua luce ci guiderà!»

Così, per la prima volta, Brina volò in testa alla squadra.
Con il vento che le accarezzava il muso e il cuore pieno di orgoglio, capì che aveva trovato la sua forza: non nella velocità, ma nella costanza e nel coraggio di non arrendersi.

Quando tornarono al Polo Nord, Rodolfo le fece l’occhiolino.
— «Te l’avevo detto: non serviva essere la più brillante. Bastava credere nella tua luce.»

🌟 Morale:

Non bisogna essere perfetti per fare la differenza.
Ognuno ha una luce unica dentro di sé — a volte basta un po’ di fiducia e di impegno per farla risplendere.