L’elfo Mike e il dono perduto

Nel grande Villaggio di Babbo Natale, la notte era piena di voci, campanelli e risate.
Mancavano poche ore alla partenza della slitta e gli elfi correvano in ogni direzione: chi controllava le liste, chi impacchettava, chi lucidava le renne.

Tra tutti, c’era l’elfo Mike, uno dei più giovani e premurosi.
Aveva occhi vispi, un cappello troppo grande e un cuore che batteva più forte del tamburo di un giocattolo.
Quell’anno, Mike si era occupato personalmente di un dono molto speciale: un trenino di legno costruito a mano per Giorgio, un bambino che viveva in una piccola città sul mare.

Giorgio aveva scritto nella sua letterina:

“Non voglio tanti regali, Babbo Natale. Solo un trenino che mi ricordi il mio papà, che lavora lontano e ama i treni.”

Mike aveva messo tutta la sua cura in quel dono: aveva inciso sul trenino il nome del bambino e un piccolo cuore nascosto sotto la locomotiva.
Ma proprio mentre caricava il pacco sulla slitta, accadde qualcosa.
Un forte colpo di vento soffiò sulla piazza, e il pacco di Giorgio volò via tra la neve.

— «Oh no!» gridò Mike. «Il regalo di Giorgio! Non posso perderlo!»

Gli altri elfi cercarono di calmarlo.
— «Mike, non abbiamo tempo! Babbo Natale deve partire!»
Ma lui scosse la testa.
— «Non posso deludere quel bambino. Andrò a cercarlo, anche da solo!»

Così, con la lanterna in mano e il cuore pieno di speranza, l’elfo Mike si mise in cammino nella notte polare.
Seguì le impronte del pacco volato via, attraversò campi di neve, saltò sopra tronchi ghiacciati e si arrampicò su una collina dove il vento soffiava come un gigante addormentato.

Lì, in mezzo a un cumulo di neve, vide una luce dorata.
Era il suo pacco, incastrato tra due rocce, e accanto ad esso… una piccola volpe bianca che lo proteggeva dal vento.

— «Ciao, piccola amica,» disse Mike, avvicinandosi piano. «Quello è un dono molto importante, devo portarlo a un bambino che lo aspetta.»

La volpe lo guardò con i suoi occhi limpidi e si spostò di lato, come se avesse capito.
Mike afferrò il pacco, lo stringse al petto e sussurrò:
— «Ce l’ho fatta, Giorgio. Ce l’ho fatta per te.»

Corse fino al Villaggio proprio mentre la slitta di Babbo Natale stava per decollare.
— «Aspetta!» gridò, agitando la mano.
Babbo Natale si voltò e sorrise sotto la barba bianca.
— «Sapevo che ce l’avresti fatta, piccolo elfo dal grande cuore.»

E così, quella notte, mentre le stelle illuminavano il cielo, il trenino di legno arrivò nella casa di Giorgio.
Il bambino, svegliandosi la mattina di Natale, lo trovò sotto l’albero, con un biglietto scritto a mano:

“Da un elfo che crede nei sogni, per un bambino che sa aspettare.”

Giorgio sorrise, e il suo cuore si riempì di una felicità che nessun altro dono avrebbe potuto dargli.

Da quel giorno, ogni Natale, l’elfo Mike ricorda a tutti gli altri elfi che non è la perfezione a rendere speciale un regalo, ma l’amore che ci metti per donarlo.